Lo shiatsu con i suoi effetti seppur incanalato in una direzione, che può essere quella di un fiume che scorre in discesa, dalla fonte alle foci, non può essere fermato se non in istantanee che ne descrivono il singolo movimento, ma che non possono in nessun modo spiegarne esaurientemente il percorso dinamico complessivo. Un po’ come un fiume, lo shiatsu si adatta al terreno su cui scorre, l’esistenza psico-fisico-emotiva e spirituale di una persona, e allo stesso tempo lentamente, trattamento dopo trattamento, ne modifica la conformazione aumentandone la complessità, scavandosi un letto e trovando dei percorsi secondari che amplificano la conoscenza del terreno stesso.
L’operatore-esploratore shiatsu non può far altro che prendere atto dell’estrema complessità dei percorsi tracciati dal fiume su cui si trova a navigare, sondarne alcuni tratti, favorire l’apertura di qualche diga, l’interruzione di percorsi ormai obsoleti o la scoperta di nuovi possibili tracciati, mostrandosi rispettoso in ogni momento della terra straniera su cui gli è stato permesso di avventurarsi.
da "Lo shiatsu e il risveglio" di Chiara Roveglia